Lot 161


ERCOLE MINGENS DATAZIONE: I sec. d. C. MATERIA E TECNICA: marmo greco insulare bianco, probabilmente di Naxos, scolpito e levigato Rara scultura dell’Ercole mingens di piccole dimensioni. La figura di Ercole doveva essere sbilanciata, con la leontè sulla spalla sinistra, che ricade sul fianco; la pelle del leone nemeo, per quanto danneggiata dal tempo è realizzata con le fauci aperte e la criniera a piccole ciocche. Il braccio sinistro mancante doveva tenere la clava che poggiava sul trapezio, mentre con la mano destra il semidio urinava. All’altezza del pube rimane il resto della mano, oggi assai danneggiata. La figura di Ercole appare lontana dall’iconografia del mito arcaico ed è invece quella, più dimessa dell’Ercole seguace del corteo di Bacco. Per quanto la tipologia dell’Eracle mingens sia ben più antica, l’operazione culturale, che permette di raffigurarlo come personaggio ‘colorito’ del corteo dionisiaco, in una posa irriverente lontanissima dalle iconografie classiche codificate, alle quali siamo abituati pensando alla figura dell’Ercole delle dodici fatiche, è tipica della rielaborazione ellenistica del mito, alla ricerca dell’aneddoto poco conosciuto, del preziosismo, nella letteratura come nell’arte figurativa. L’iconografia dell’Ercole mingens è ben nota. Ne troviamo due esempi raffigurati su pietre incise della collezione di glittica Farnese del Museo Nazionale di Napoli. Inoltre i piccoli bronzi di I sec. a.C. – I sec. d. C., conservati all’Hermitage Museum di San Pietroburgo, nella Collectie Nederland, Musea Monumenten en Archeologie e nella Wallace Collection appaiono i confronti più prossimi all’iconografia in esame. Esempi marmorei sono noti da Ercolano sia in sculture che in bassorilievi di età augustea. Si fa riferimento erudito alla sfera della fecondità, utilizzando un linguaggio scherzoso che tanto piaceva agli ambienti aristocratici che abbellivano i giardini e i peristili delle lussuose domus romane, con cicli scultorei rari e ricercati. Spesso il soggetto dell’Ercole mingens venne utilizzato anche nella composizione di raffinati ninfei privati, da dove si presume possa essere giunta fino a noi la scultura in esame. PRODUZIONE: cultura romana imperiale STATO DI CONSERVAZIONE: lacunoso, privo degli arti e della testa DIMENSIONI: alt. cm 47

Estimate € 13,000 - 18,000