Lotto 170


Giacomo Balla

 (    1871  -    1958  )


RITRATTO FEMMINILE olio su tela su cartone, cm 61,4x48,5 firmato eseguito nel 1922 circa L’opera è accompagnata da autentica della dottoressa Elena Gigli su fotografia in data 20 maggio 2019, n. 877 Provenienza: Giacomo Balla, Roma Collezione privata, Torino Collezione privata, Torino Esposizioni: Stravolti. Ritratti/Autoritratti, Galleria Martano, Torino, maggio - giugno 2007 Giacomo Balla arriva a Roma dalla natia Torino nel 1895: diventa subito un apprezzato pittore di ritratti, “genere” di tipo ottocentesco che assicura al pittore una discreta fonte di sopravvivenza. Le signore si atteggiano al balcone mentre i borghesi leggono il giornale, i colleghi artisti vengono ripresi intenti al loro lavoro di scultore o cesellatori, al piano o alla pialla nuova… gli intellettuali sono colti nello studio alla scrivania come i politici nel loro dignitoso ambiente. Nel maggio del 1922, Il Barone Fassini commissiona a Giacomo Balla di lavorare per lui per un anno realizzando solo opere \ ritratti dove “tu ti asterrai dal consacrare la tua attività all’arte futurista, perché a questa deve rimanere assolutamente estranea la tua produzione per il barone Fassini, il quale ti corrisponderà in compenso la somma di lire 4000 (quattromila) al mese per tutto l’anno” (in E. Balla, Con Balla, Milano 1986, vol. II, pag. 122). Per il Fassini, si conoscono come opere dipinte da Balla e al Barone consegnate l’Autoritratto in veste di cuoco (cm.44x55), un altro autoritratto, due ritratti di persone della cerchia del Barone (di cui una in ubicazione ignota), tre ritratti delle figlie di Balla e altre opere del genere della natura morta e del paesaggio. Per quanto riguarda questo Ritratto femminile non avendo trovato informazioni a riguardo, potrei solo pronunciarmi sullo stile pittorico del Balla, stile che a mio avviso si avvicina proprio ai ritratti che si conoscono realizzati nel 1922 per il Barone (rimando alla scheda della Rosazza in catalogo La Donazione Balla, GNAM, Roma 1988-1989, n. 29). Degno di nota è anche l’articolo di Alberto Cappa – il fratello di Benedetta Cappa Marinetti – che frequentando la casa a Parioli dei Balla, ne scrive: “Amico Balla, ti che hai strappato alla natura il segreto della luce e del colore, ch’è il segreto stesso della vita, mostraci i tuoi nuovi lavori dai colori magnifici e dacci per qualche istante la gioia della luce e delle nuove linee. Balla ha strappato alla Natura il segreto della luce e del colore: cioè il segreto della vita” (in “Rassegna dell’Arte e del Lavoro”, 25 marzo 1922). Infine nel retro del telaio di questo Ritratto femminile sono presenti due targhette, una rettangolare con bordura blue e scritto in corsivo P.V. 61 e un’altra strappata con numeri 26 (58), targhette che ben si confanno con una collezione privata. In questo olio, Balla ritrae questa giovane donna dal volto pensieroso incorniciata dai capelli biondi su uno sfondo fatto di veli color oro: lo studio dei veli diventa cosi un mezzo per ammorbidire la luce, imprimendo all’intera composizione una differenza di toni solcati da altrettante diverse velature cromatiche e luminose. E’ il segreto della luce e del colore di cui parla Alberto Cappa, visitando la casa ai Parioli di Giacomo Balla. Elena Gigli Roma, 20 maggio 2019

Stima € 20.000 - 30.000